Lo vedevo partire molto presto la mattina e ritornare per l’ora di pranzo con il suo carico di pesce appena pescato, che rivendeva in paese.
E spesso, verso il tardo pomeriggio, era solito disormeggiare la sua barca dal pontile del porticciolo e semplicemente allontanarsi al largo in completa solitudine, risalendo il vento con la sua unica vela.
Era Antonio, il pescatore. Tutti in paese lo consideravano con un po’ di diffidenza perché era un uomo taciturno e solitario. In paese giravano voci che in gioventù avesse solcato tutti i mari del mondo e che fosse stato anche un pirata… Io ero sempre stato curioso di sapere se era vero.
Una sera di fine estate me ne andai a fare una passeggiata al porticciolo. Non c’era molta gente in giro perché aveva iniziato a soffiare un po’ di libeccio e il tempo stava peggiorando. L’unica persona seduta sulla panchina di fronte al pontile era proprio Antonio il pescatore. Decisi che era il momento di cominciare a fare un po’ di domande e così mi avvicinai.
In realtà fu lui il primo a parlare … “Niente è come sembra. Per molti il mare è tranquillità e monotonia. Invece il mare è inquietudine. Il mare dimostra la sua vera natura quando è mosso da venti forti ed impetuosi come questo libeccio.“
“Tu sei stato tanto per mare, vero? Lo conosci così bene?”
“Tutta la vita. Del mare conosco ciò che è necessario conoscere: va amato e rispettato.”
“E che altro…?”
“Sono nato qui, proprio nella casa di fronte al pontile di questo porticciolo. Mi sono imbarcato sui primi transatlantici che partivano dall’Italia, diretti in America. Ho navigato nell’Oceano Atlantico così tante volte… avanti e indietro… avanti e indietro… E’ stato durante questi viaggi che ho imparato tutto quello che so sull’andare per mare.”
“Anche io vorrei andare per mare…”
“Che cosa sai fare?”
“Lavoro il legno, nella bottega del falegname del paese qua vicino… e ho gli occhi di lince, nessuno sa contare tante vele all’orizzonte come so fare io!”
Antonio rise e anche io con lui. Poi mi disse:
“Ho incontrato un vecchio amico qualche giorno fa, mi ha detto che al porto di Genova cercano persone da imbarcare. Si tratta di mesi… c’è da arrivare in America… se te la senti…”
Annuii.
Il giorno dopo mi svegliai molto presto, andai in bottega a comunicare che me ne sarei andato.
Riscossi i pochi soldi che mi spettavano ed altri ne racimolai vendendo qualche vecchio oggetto che avevo in casa e che ormai non serviva tenere. Acquistai un biglietto del treno di sola andata per Genova e qualche indumento. Dopo pranzo scesi al porticciolo per cercare Antonio e salutarlo. Mi vide lui da lontano, scosse la mano in gesto di saluto e quando mi avvicinai mi disse: “C’è un bel vento invitante, esco a vela.”
Chiesi se potevo accompagnarlo perché poi il giorno dopo sarei partito.
Passarono molti anni da quel tramonto che vidi in mezzo al mare risalendo quel lieve maestrale con la barca insieme ad Antonio. Ci salutammo così.
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