Avviamo una nuova rubrica che cede la parola ad artigiani dell’ebanisteria che attraverso la loro esperienza ci spiegheranno le caratteristiche delle materie prime e i segreti del mestiere che fanno la differenza tra i prodotti in serie a basso costo e i mobili di qualità fatti a mano.
Oggi la parola a Luciano, 58 anni di cui 35 lavorando come falegname.
“Partiamo da una premessa fondamentale: il legno è un materiale vivo e mutevole perché respira con le stagioni, dialoga con la luce del sole e racconta una storia biologica unica. Ogni pannello di una stessa radica – ci tiene a precisare Luciano – dà vita a venature a volte più decise, a volte più delicate. Per questo un mobile fatto di vero legno non può essere di colore perfettamente omogeneo e cambia nel tempo, invecchia in tutti i sensi.”
Caroti conosce bene questa materia prima e nei suoi mobili la utilizza con sapienza e maestria, modellando forme e tecniche di processo che ne valorizzano la resa estetica e funzionale.
Ne è un esempio la verniciatura a straccio a grana aperta: in vari passaggi, ogni componente del mobile viene verniciato a spruzzo con vernici semitrasparenti a poro aperto (cioè che lasciano intravedere la venatura e la porosità del legno), subito dopo il pezzo è ripassato a mano con uno straccio per eliminare eccessi di vernice e stendere in modo omogeneo il colore. Questa tecnica tradizionale viene preferita ad altre procedure perché permette di calibrare ogni volta il giusto equilibrio tra colore naturale del legno e verniciatura, conferendo un aspetto caldo e duraturo ai preziosi masselli usati.
Se volete saperne di più su come riconoscere quando un mobile è artigianale continua a seguire la nostra rubrica #laparolaaltruciolo.
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